L’euro, l’inflazione e il futuro dell’Europa: uno sguardo dall’Italia

di Ottavia Cirillo

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Sono seduto in un caffè della Laguna di Venezia, a guardare i turisti pagare con la carta un espresso da 4 euro, e mi chiedo: cosa sta succedendo alla nostra moneta? L’euro, un tempo simbolo di unità e stabilità, è oggi sempre più discutibile, soprattutto nei paesi dell’Europa meridionale come l’Italia.
Si prevede che l’inflazione in Italia nel 2025-2026 si attesterà intorno al 4-5%, superiore a quella di Germania o Paesi Bassi. Questo sta creando tensioni all’interno dell’UE: i paesi del nord insistono su una rigorosa disciplina di bilancio, mentre i paesi del sud, noi compresi, chiedono maggiore flessibilità per sostenere l’economia.
Gli italiani ricordano la lira e non ne sentono la mancanza. L’euro ha portato stabilità, ha reso più facili i viaggi e ha aperto i mercati. Ma oggi molti si chiedono: stiamo pagando un prezzo troppo alto per questa stabilità? Soprattutto quando la BCE sta aumentando i tassi per combattere l’inflazione, mentre la disoccupazione giovanile è in aumento. La nostra economia è composta in gran parte da piccole e medie imprese: cantine vinicole a conduzione familiare, calzolai e trattorie. Non riescono a trasferire facilmente l’aumento dei costi sui consumatori come fanno le grandi aziende. Pertanto, l’inflazione le colpisce particolarmente duramente.

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