Molte persone aspettano che arrivi “l’ispirazione” o il “fuoco interiore” prima di agire. Rimandano progetti, allenamenti e studi, sperando in un momento magico in cui avranno voglia di lavorare. Ma in realtà, la vera motivazione raramente arriva prima dell’azione: nasce durante il processo stesso.
Questo è confermato dalle neuroscienze: quando si compie anche la più piccola azione – alzarsi dal divano, aprire un documento, fare un esercizio – il cervello riceve il segnale: “Abbiamo iniziato”. Questo innesca il rilascio di dopamina, l’ormone che motiva e premia i progressi. Più si fa, più forte diventa la spinta interiore a continuare.
Pertanto, il trucco fondamentale è iniziare con le micro-azioni. Non “scrivere un report”, ma “aprire Word e scrivere un titolo”. Non “allenarsi per un’ora in palestra”, ma “mettersi le scarpe da ginnastica”. Questo approccio aggira la resistenza del cervello, che teme le grandi sfide ma accetta prontamente di “provare e basta”. Gli psicologi lo chiamano “effetto start-up”. Una volta superata l’inerzia dell’inazione, corpo e mente entrano in un ritmo. Capita spesso che qualcuno inizi con 5 minuti di pulizie e poi pulisca l’intero appartamento. Oppure, dopo aver aperto un libro di testo “per un minuto”, legga per mezz’ora.
Perché la motivazione non arriva all’inizio, ma durante il processo, e come sfruttare questa intuizione
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